La mia vita segreta_(1)

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La mia vita segreta_(1)

Ho un segreto, un oscuro segreto. Ho una vita segreta. Di giorno e quando mio marito è a casa sono mamma e casalinga. Gestisco la mia casa e mi assicuro che tutti siano in giro in orario per il lavoro e la scuola. Tengo la mia casa pulita e mi assicuro che tutto sia in ordine. Ma una volta che tutti sono fuori casa, divento una donna diversa. Ho un'ora per prepararmi che include doccia, capelli e trucco. Sono ben rasato e indosso la mia uniforme. La mia uniforme è composta da una gonna corta nera, calze nere alte fino al ginocchio, una camicia bianca abbottonata e un paio di tacchi neri. I miei capelli devono essere asciugati e raccolti in una coda di cavallo e il mio trucco deve essere eyeliner nero, mascara e rossetto rosso. Alle 9:30 devo essere sul mio tappetino davanti alla porta, in ginocchio e con la testa abbassata. Non devo guardare il mio padrone quando entra in casa. Devo stare fermo finché non vuole che mi muova. La porta si apre ed entra il mio padrone. Si mette di fronte a me e dice "alzati". Mi alzo il più velocemente possibile, tenendo la testa bassa e gli occhi sul pavimento. Mi mette il collare intorno al collo. Il mio collare è il simbolo della mia sottomissione, non devo mai toccarlo. Schiocca le dita e indica il pavimento di fronte a lui. Mi affretto e cado in ginocchio davanti a lui mentre si apre la cerniera dei pantaloni. Guardo con ansia mentre tira fuori il suo cazzo semiduro. Sento che mi sto bagnando mentre tiene il suo cazzo davanti alla mia faccia. "Succhia" dice. Lo prendo avidamente in bocca. Gli faccio scorrere la lingua intorno alla testa e poi lungo la sua asta, copro il suo cazzo con la mia saliva prima di succhiargli la testa in gola. Con ogni movimento della mia testa lo prendo sempre più in profondità finché tutto il suo 9in è nella mia gola. Mi tiro indietro quel tanto che basta per prendere fiato prima di inghiottirlo di nuovo. Continuo a succhiarlo per 10 minuti buoni prima che mi dica di smetterla. Lo lascio andare con un "pop", il suo cazzo che pulsa e luccica davanti a me. Mi siedo sui talloni. Sento i miei succhi che mi scorrono lungo le gambe ed ero sicuro che ci fosse una pozzanghera sul pavimento. Sento i suoi occhi su di me, che vagano su ogni centimetro di me, assicurandosi che tutto sia perfetto. “Sbottona la camicia” ordina. Mi slaccio velocemente la camicia, armeggiando con i bottoni. Si allunga in avanti e mi afferra il capezzolo destro. Lo pizzica e lo fa rotolare tra le dita. Lui tira e torce. Mi sta mettendo alla prova. Potevo sentire le paratoie aprirsi. i miei succhi di figa stavano correndo fuori. Emetto un leggero piagnucolio mentre pizzica di nuovo. Prima che potessi pensare la sua mano si girò e atterrò forte sul mio culo. Il suo colpo è atterrato così forte che mi ha buttato a terra. “Alzati” ordina. Cerco di spingermi ma prima che potessi la sua mano si è posata di nuovo sul mio sedere, ancora più forte della prima volta. Ho trattenuto le lacrime mentre mi rialzavo. Mi afferra i capelli e li tira indietro, così guardo i suoi penetranti occhi verdi. Finalmente mi fu permesso di guardarlo. Non posso fare a meno di sorridere mentre mi guardava. "Hai intenzione di farlo di nuovo?" lui chiede. “No Maestro” risposi. Mi ha appena fissato. Mi lascia andare i capelli e infila il dito sotto il mio colletto, sollevandomi in piedi. Mi solleva la gonna e mi passa un dito tra le labbra facendomi tremare. Toglie la mano e mi porta le dita sulle labbra. Succhio avidamente i miei succhi dalle sue dita. Gli succhio le dita proprio come succhierei il suo cazzo. Ride e dice “non sei altro che una piccola puttana, vero? Voglio sempre qualcosa in te. Potevo solo annuire, tenendo le mie labbra strette intorno al suo dito. Lo tirò fuori e mi fece cenno di andare in camera da letto. Lo seguo in camera da letto e lui indica il pavimento di fronte a lui. Mi dà il suo cazzo e dice "succhia, e questa volta fammi venire". Vado rapidamente a lavorare su di lui. Lo prendo tutto in una volta, desideroso di compiacerlo. Succhio e succhio il suo enorme cazzo in gola più e più volte. Spinge i fianchi in avanti afferrandomi la testa e tenendola contro di sé. Inizia a fottermi la gola. Sento la mia saliva gocciolare dalla mia bocca e sulle mie tette. Ad ogni spinta, spinge il più lontano possibile. Mi tiene la testa e mi colpisce la faccia, faccio del mio meglio per non soffocare. Comincia a grugnire e mi infila il cazzo in gola mentre inizia a pompare il suo sperma caldo in gola. Il suo primo getto mi colpisce in fondo alla gola, il secondo si tira fuori solo un po' e poi torna a sbattere contro di me. Continua a pompare carico dopo carico dentro di me, così tanto che inizia a fuoriuscire dal lato della mia bocca. Non riesco a stargli dietro, il suo sperma inizia a gocciolare dalla mia bocca e sulle mie tette. Dopo qualche minuto si tira fuori e dice “Ripulisciti, sei un fottuto disastro. Per l'amor del cazzo, non riesci nemmeno a ingoiare un carico vero. "Mi dispiace tanto Maestro." Ho tremato mentre usavo le dita e la lingua per ripulire lo sperma in eccesso. Si siede lì e guarda. Mi siedo sui talloni, la testa china a fissare i suoi piedi. La mia figa pulsa, fa solo male essere toccata. Il pensiero di toccarmi mi fa rabbrividire, la punizione non vale la pena quindi mi siedo lì e aspetto. “Toglimi gli stivali” dice. Comincio a slacciarli, poi li sfilo e li metto da parte. Si alza e lascia cadere jeans e boxer. Non appena si siede comincio a toglierli. In un istante afferra la mia coda di cavallo con una mano e usa l'altra per afferrarmi la gola. "Ti ho detto di togliermi i jeans?" Cerco di scuotere la testa no, ma la sua presa era troppo forte. "Stupido stronzo del cazzo." Mi ha preso in braccio e mi ha buttato sul letto. Rimasi lì tremante. L'ho contrariato, l'ho deluso. Volevo scusarmi ma sapevo meglio che parlare. Si è scrollato di dosso i pantaloni e i boxer e mi è strisciato addosso. La sua mano tornò alla mia gola. “Perché continui a disobbedirmi? Hai bisogno di ricominciare dal primo giorno?" lui triste freddamente. "Io... ho solo pensato" balbettai.
“Vedi, questo è il tuo problema. Penso io per te, ricordi?
"Mi dispiace Maestro."
“Hai dannatamente ragione, ti dispiace. Ma non mi dispiace abbastanza, almeno non ancora. Rotolare." Mi lascia andare e io mi giro sullo stomaco. "In ginocchio e allargali" obbedisco. Fa scorrere teneramente la sua mano sulla mia schiena, sulle impronte rosse sul mio sedere e lungo la mia gamba. Riporta la sua mano sul mio culo e SMACK! SCHIACCIA! SCHIACCIA! Ansimo, attenta a non fare rumore oa non muovermi. Lo sento accarezzarmi di nuovo il sedere, passando la mano sulle impronte fresche. Mi preparo per un altro assalto ma non è mai arrivato. Invece si posiziona dietro di me. Lo sento premere la testa del cazzo contro la mia figa. Si spinge dentro, quel tanto che basta per farmi dimenare. Mi afferra i capelli e mi tira indietro la testa "Non osare venire finché non te lo dico io, capito?" “Sì Maestro” rispondo. Mi avvolge i capelli intorno alla mano e si spinge dentro di me, seppellisce tutto il suo cazzo nella mia figa in una sola spinta. Resisto alla tentazione di urlare. Si tira fuori, non del tutto, lasciando solo la testa dentro e mi colpisce di nuovo. Si sente benissimo, io faccio tutto il possibile per non venire. La mia figa è in fiamme e gocciola. Continua a picchiarmi per tutto quello che valgo. Mi lascia andare i capelli e mi afferra per i fianchi, attirandomi a sé mentre spinge. Si spinge dentro di me con abbastanza forza da farmi sentire le sue palle che schiaffeggiano contro il mio clitoride. Tutto il mio corpo era in fiamme, ogni tocco e suono minacciava di mandarmi oltre il limite. "Fuck me" grugnisce. Mi spingo contro di lui, abbinandolo spinta dopo spinta. Le mie tette oscillano a ritmo, i miei capezzoli sfregano contro le lenzuola aumentando la mia follia. "Vuoi venire?" lui chiede.
"Sì maestro. Oh, per favore.
"Ti meriti di venire?"
"Nessun Maestro".
"Beh, almeno sai di essere stato disobbediente." Si spinge dentro di me sempre più forte finché non ce la faccio più. Mi scopa finché non sono sicuro che sto per venire, fino all'orlo e poi si ferma. Lui prende le sue mani e mi accarezza il culo, poi mi allarga le guance. Tira fuori il cazzo dalla mia figa palpitante e appoggia la testa sul mio culo. Mi rilasso meglio che posso mentre lui si fa strada dentro. Avanza centimetro dopo centimetro. Mi allarga il culo con ogni centimetro. Si tira fuori, lasciando dentro di me solo la sua testa. Si spinge lentamente di nuovo dentro facendomi dimenare ancora di più. Si tira fuori. Stavo tremando in modo incontrollabile. Le sue mani mi accarezzarono i fianchi. Mi sbatte contro il culo. Il suo intero cazzo non era sepolto nel profondo del mio culo. Mi sento come se stessi impazzendo mentre inizia a picchiarmi sempre più forte. Non so se riesco a mantenere il controllo su me stesso. Non so per quanto tempo mi ha speronato il culo, sono stato aiutato sull'orlo dell'orgasmo per tutto il tempo. Alla fine, dopo quelli che sembravano secoli, disse le parole magiche "Cum schiavo". Ho lasciato andare mentre sentivo passare attraverso di me ondate dopo ondate del mio orgasmo. Tremavo mentre la mia figa si stringeva davanti al nulla, il mio culo stretto intorno al cazzo del mio padrone. lo sentivo il suo cazzo iniziare a pompare, riempiendo il mio culo con il suo sperma. Il suo cazzo pulsante faceva andare avanti il ​​mio orgasmo. Mi dimeno e mi contorco sotto di lui, cercando di ottenere di più. Sento i miei succhi scorrere lungo la mia gamba. Faccio del mio meglio per non urlare. Sono così preso dal mio orgasmo che non lo sento tirarsi fuori e scendere dal letto. SCHIACCIA! "È abbastanza. Ora fatti ripulire. Ho chiuso con il tuo culo da troia per oggi. Si veste e mi lascia lì in una pozzanghera di sperma. Combatto l'impulso di afferrare un giocattolo e andare avanti. Mi alzo e vado sotto la doccia, ammirando prima il mio culo rosso allo specchio. Ho un maestro così grande penso con un sorriso. Entro nella doccia e pulisco il suo sperma denso da me, leccandomi le dita di tanto in tanto. Mi assicuro che tutto il mio trucco sia lavato via, la mia uniforme venga riposta dove nessuno può trovarla. Quando sono presentabile e non tremo più, parto per fare le mie commissioni. Amo mio marito, davvero... ma in fondo sono schiava del mio padrone e niente cambierà questo.

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